Le origini di Erice sono molto antiche. Il suo nome affonda le origini nel mito, deriva infatti da Erix, figlio di Afrodite che venne ucciso da Eracle.
La storia di Erice secondo alcuni inizia con gli esuli troiani, che durante la fuga dalla loro patria scelsero Erice quale meta ideale. I troiani unendosi al popolo originario di questa terra diedero vita alla popolazione degli Elimi.
Negli anni a venire i cartaginesi scelsero gli Elimi come loro partner commerciali, trovandosi in una posizione geografica per loro strategica, nel canale di Sicilia. Da questa fusione nacque un unico popolo quello denominato Elimo-Fenicio. Ebbe così inizio la dominazione cartaginese.
Durante questo periodo storico, Erice venne fortificata con le mura maestose e imponenti che ci sono pervenute fino ad oggi, divenendo una vera e propria roccaforte.
Contesa durante le guerre puniche, divenne poi terra dei Romani nel 214 a.c. che qui eressero un grandioso tempio per la venerazione della dea Venere Ericina. Tale culto divenne degli anni così importante che a Roma venne costruito perfino un tempio in suo nome e fu venerata in tutto il mondo.
Quando poi venne introdotto il Cristianesimo, il tempio venne abbandonato. Della lunga dominazione romana rimangono parecchie tracce tra cui numerose monete ritrovate nel bongo e nell’area limitrofa.
Dalla dominazione romana a quella normanna.
Non è chiaro in quale anno Erice cadde in mani arabe, ma sicuramente tra l’831 e l’841.
Di questo periodo non vi è traccia, non si sa esattamente che ruolo avesse Erice in questi anni, non esistono fonti scritte, ma la traccia della dominazione musulmana si ritrova nei nomi delle contrade dell’agro ericino che tutt’ora conservano la loro origine.
Nel 1077 ha inizio la dominazione normanna. Il comandante Giordano d’Altavilla conquistò trapani mentre gli Arabi resistevano stoicamente. E a questo punto la storia si mischia con la leggenda. Si narra che il conte Ruggero invocò San Giuliano perché lo aiutasse a cacciare i Musulmani e che un giorno all’alba comparve un cavaliere che brandendo una spada nella mano destra e accompagnato da un branco di cani attaccò glia arabi che terrorizzati scapparono abbandonando Erice.
Il conte Ruggero allora in nome di tale evento fece erigere una chiesa a San Giuliano e comandò che Erice da quel momento si chiamasse Monte San Giuliano. Durante la dominazione normanna Erice visse anni floridi, diventando una delle città demaniali più importanti dell’intero regno. Risale a quest’epoca la costruzione del castello e di altri importanti edifici religiosi e non.
Dall’epoca Normanna ai giorni nostri
Dopo i normanni fu la volta degli Angioini e per Erice furono anni terribilmente bui.
Con il regno di Carlo I D’Angiò la politica divenne via via più oppressiva. Crebbe quindi il malcontento e fu in questo clima politico che nel 1282 esplose la rivolta del vespro, con la terribile carneficina avvenuta a Porta Spada dove i Francesi vennero massacrati.
Erice riconquistò così la propria autonomia. Agli Angioini seguirono gli Aragonesi e poi fu la volta degli Asburgo.
Il regno di Carlo V D’Asburgo fin dall’inizio venne vissuto con notevole malessere. Tantoché nel 1516 tutta questa insoddisfazione sfociò in una rivolta. Carlo V ordinò al barone di Castellammare Del Golfo di sedarla. Quest’ultimo si recò nel cuore della notte ad Erice insieme ad un gruppo di soldati, catturò i rivoltosi di maggior spicco e li fece impiccare in maniera esemplare, di modo che fungesse da monito a coloro che pensavano di ribellarsi. Al clima di terrore e oppressione si aggiunse anche la peste, che colpì Erice nel giugno del 1624, in nove mesi morirono più di mille persone.
Nel 1714 la corona venne data a Vittorio Amedeo II di Savoia e in Sicilia venne nominato viceré Annibale Maffei. Per Erice furono anni di ristrettezze economiche terribili, attanagliati dalle tasse. A seguito della Guerra della Quadruplice Alleanza e il conclusivo Trattato dell’Aia la Sicilia divenne terra degli Asburgo fino al 1734.
Nel 1735 i Borbone conquistarono la Sicilia e nel 1748 venne dichiarato estinto l’ingente debito che Erice aveva contratto. Nonostante ad Erice vivessero famiglie patrizie di notevole importanza la decadenza non accennò a diminuire e nel XIX secolo molte famiglie si trasferirono a Trapani.
Nel 1846 parte dei territori dell’Agro Ericino vennero assegnati a Castellammare del Golfo e molti degli abitanti si trasferirono nelle campagne e nei territori limitrofi.
All’unità d’Italia, Erice contribuì in maniera importante schierandosi a favore di Garibaldi inviando 875 suoi uomini per combattere in nome della libertà, ma ad un’unità fatta, le speranze degli ericini furono deluse. Il governo impose nuove tasse con una pressione fiscale insostenibile e la leva militare obbligatoria. Nei decenni a venire la storia di Erice segue le sorti nazionali.
Oggi è uno dei borghi turistici più belli d’Italia, eletto come il più bello nel 2014, visitato da turisti di tutto il mondo, che lo identificano come meta ideale per le proprie vacanze.